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28 Marzo 2024

Giovani italiani all’Onu, Stefano Guerra: “Il mio stage alla missione del Portogallo”

NEW YORK, 1 LUGLIO – “Vuol dire essere seduto in un posto, ma voler essere contemporaneamente seduto in due posti”, quello dell’Italia e quello del Portogallo. Stefano Guerra, 25 anni, di Mattinata in Puglia, spiega così cosa significa per un giovane italo-portoghese essere alle Nazioni Unite come stagista alla rappresentanza permanente del Portogallo, un’esperienza di cui è felice perché lo mette in condizione di “trattare una varietà di temi, imparare da professionisti competenti e incontrare persone che fuori da qui non si riuscirebbe a conoscere”.

Padre italiano, madre portoghese: la passione per le lingue e l’interpretariato, “ma quello simultaneo”, nasce e cresce con Stefano. Frequenta il liceo linguistico, studia inglese, francese e dal terzo anno tedesco “perché non c’erano altre scelte”. Preso il diploma si traferisce a Torino per la triennale in mediazione linguistica. Inizia a studiare l’arabo, ma come prima lingua sceglie il francese, quella del cuore. E, infatti, in Francia fa in modo di volarci come studente Erasmus (Università di Clermont-Ferrand) e di tornarci per la specialistica (Università di Nizza) in Relazioni internazionali, traduzione e interpretariato.

Per conseguire la laurea specialistica in Francia occorre fare prima uno stage obbligatorio a scelta dello studente. Invia 11 domande al ministero degli Esteri del Paese materno, perché come studente italiano iscritto ad un’università straniera non può rispondere ai bandi della Farnesina. Tra le destinazioni preferite, oltre la Francia, ça va sans dire, inserisce Tunisia e New York. La rappresentanza permanente all’Onu risponde con favore: Stefano, che durante la triennale aveva partecipato a una simulazione dell’Onu, guadagna il pass per entrare alle Nazioni Unite come membro della delegazione portoghese.

Per conto della missione, segue i lavori in Consiglio di Sicurezza su Bosnia Erzegovina, Kosovo, Ucraina, Cipro e Afghanistan, oltre a collaborare col perito delle elezioni della missione che si occupa di impostare le campagne per tutte le candidature presentate dal Portogallo. Tra le mura del Palazzo di Vetro scopre che gli piacerebbe cavalcare la strada diplomatica, oltre a quella dell’interpretariato “che mi piacerebbe praticare all’Onu o alle istituzioni europee”. A chi come lui vuole avvicinarsi all’Organizzazione consiglia di “non spaventarsi: ci sono tanti temi per tante specializzazioni”. (@annaaserafini)

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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