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19 Marzo 2024

Diritti umani: Iran, Amnesty denuncia violenze e torture sui manifestanti e chiede riunione Onu

ROMA, 16 GENNAIO – Amnesty International torna sui violenti disordini che in Iran sono seguiti alle proteste di piazza contro l’abbattimento dell’aereo ucraino da parte delle forze di Teheran. Attraverso l’analisi di filmati e fotografie e dai resoconti di vittime e testimoni oculari, l’organizzazione umanitaria ritiene che le forze di sicurezza iraniane abbiano agito illegalmente nei confronti di chi era sceso in piazza. Secondo Amnesty l’11 e il 12 gennaio hanno mirato ai manifestanti con fucili ad aria compressa normalmente impiegati per la caccia e usato proiettili di gomma, lacrimogeni e spray al peperoncino per disperdere i manifestanti, prendendoli anche a calci, pugni e manganellate e compiendo arresti arbitrari.

Amnesty International ha chiesto agli stati membri del Consiglio Onu dei diritti umani di convocare una sessione speciale per avviare un’inchiesta sulle uccisioni illegali di manifestanti, sull’ondata di arresti e sulle torture ai danni dei detenuti.

Le testimonianze e le immagini ricevute da Amnesty International mostrano che le forze di sicurezza hanno colpito i manifestanti con proiettili di gomma e con pallini da caccia dalla punta piombata, che hanno causato dolorose ferite e in alcuni casi hanno reso necessaria la loro rimozione con interventi chirurgici. Amnesty International ha potuto visionare decine di video che mostrano le forze di sicurezza – tra le quali anche i paramilitari basij e agenti in borghese – lanciare gas lacrimogeni su manifestanti pacifici. L’organizzazione per i diritti umani ha anche ricevuto numerose fotografie di manifestanti feriti, allegate a messaggi nei quali gli autori affermavano che avevano evitato di presentarsi al pronto soccorso per farsi rimuovere i pallini da caccia.

Sempre secondo Amnesty le forze di sicurezza e d’intelligence presidiano con molti uomini alcuni ospedali e in alcuni casi avrebbero tentato di trasferire i manifestanti feriti negli ospedali militari. Nella capitale Teheran diversi ospedali hanno rimandato indietro manifestanti feriti avvisandoli che in caso contrario avrebbero rischiato l’arresto.

Amnesty International ha ricevuto notizie relative a decine di persone arrestate, compresi studenti universitari, ad Ahvaz, Esfahan, Zanjan, Amol e Babol, Bandar Abbas, Kermanshah, Sanandaj, Mashhad, Shiraz, Tabriz, e Teheran. In almeno due città, Amol e Teheran, le autorità hanno negato ai familiari delle persone arrestate informazioni sulla sorte dei loro cari, rendendosi responsabili in questo modo del crimine di sparizione forzata. Amnesty International ha ricevuto anche segnalazioni di maltrattamenti e torture e una denuncia di violenza sessuale ai danni di una donna arrestata nel corso di una manifestazione. Le proteste, iniziate l’11 gennaio quando, al termine di tre giorni di diniego, le autorità iraniane hanno ammesso di aver involontariamente abbattuto un aereo di linea ucraino, si sono rapidamente allargate fino a chiedere la trasformazione del sistema politico del paese, un referendum costituzionale e la fine della repubblica islamica. Durante la precedente serie di proteste, tra il 15 e il 18 novembre le forze di sicurezza avevano ucciso almeno 300 manifestanti ed eseguito migliaia di arresti.

 

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://www.onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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