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19 Marzo 2024

Virtuoso ponte tessile tra Italia e sobborghi di Nairobi: la storia di Bruno e Sonya e la loro Africa

ROMA, 19 FEBBRAIO – Ferrara-Nairobi: la distanza obbligata dalla pandemia di Covid 19 ha messo in ginocchio l’economia in tanti paesi ma in qualche angolo del mondo ha rappresentato una piccola opportunità non solo di sopravvivere, ma anche di crescere.  E’ la storia della formazione a distanza tra BB Style, Brand artigianale di moda Handmade Afro-italianogestito da Bruno e Sonya, uno stilista e una brand manager italiani di origine togolese – e il Dagoretti Fashion & Design Center, nato nel 2006, con venti ragazze di età compresa tra i 15 e i 18 anni, alcune delle quali giovani madri. Con l’obiettivo prioritario di generare reddito e creare posti di lavoro.

Nel 2020 il lavoro di sartoria del Dagoretti Fashion&Design Center – che vede al centro della produzione i colorati indumenti africani, Kanga grazie al coinvolgimento di 25 giovani donne madri – ha richiesto il passaggio alla produzione di dispositivi anti covid. Da qui, grazie all’identificazione e articolazione di Fondazione Aurora in partnership con Amref Health Africa, è nata la collaborazione con BB Style.

Bruno e Sonya hanno accettato la sfida che da Ferrara li avrebbe portati (virtualmente) in un sobborgo difficile di Nairobi, a Dagoretti. L’obiettivo era riconvertire il lavoro tessile di tutti i giorni nella produzione di mascherine, tenendo conto dell’ambiente, quindi accantonando l’idea di produrre mascherine chirurgiche. Mascherine sì, ma zero rifiuti, sicure e fashion realizzate passo a passo attraverso l’assistenza tecnica virtuale dove Sonya e Bruno hanno fornito il loro know-how registrando video che descrivevano i passi per produrre le mascherine riutilizzabili; si sono messi a disposizione sul gruppo whatsapp creato per rispondere ad ogni dubbio sull’esecuzione del prodotto.

BBstyle ha condiviso il brand e il design della loro mascherina riutilizzabile Samurai: una mascherina sicura grazie ai suoi tre strati di tessuto, lavabile anche a mano a temperature non elevate e che cerca di rispecchiare anche il contesto africano in cui verrà usata. Il centro di Dagoretti le ha ribattezzate le D-amurai masks.

Questa attività ha permesso, in un momento difficile per il settore tessile, di creare reddito e una ricaduta socio-economica. Prima della riconversione il centro era riuscito a produrre oltre 45mila mascherine chirurgiche. Una volta iniziata la produzione di mascherine riutilizzabili, da luglio 2020 ad oggi, ne sono state prodottedagoretti covid 4mila, poi distribuite a medici in Kenya e Sud Sudan. Mentre sono state oltre 1500 le tute mediche prootte. Gli ordini per la produzione continuano a crescere e con essi il bisogno di strutturare ancora di più il lavoro sartoriale. Per questo, è stato dato un contributo per l’acquisto di materie prime e una macchina per brandizzare il prodotto.

Oggi il Dagoretti Fashion & Design Center è un’impresa sociale che fa parte di un grande Hub economico del sobborgo di Dagoretti. Accanto al fashion, l’eccellenza si costruisce sul centro di produzione audiovisiva del Dagoretti Film Center, che ha partecipato con cortometraggi a diversi festival di cinema internazionali.

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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